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giovedì 15 maggio 2008

Ehila! c'è qualcuno?

Monica ha detto commentando il post "Perdere e perdersi":

"Io sento l'esigenza di non implodere. Mi sembra talmente altro quello che sta accadendo che devo vincere la reazione di non guardarlo.

Non guardare Fini che risponde a Di Pietro che, se non lo fanno parlare ,è colpa sua, salvo aver detto pochi giorni prima che rappresentava, per la sua carica istituzionale, tutti (quindi anche i punti di vista diversi dalla maggioranza, per logica).

Non guardare alla logica molle (e non morbida) di abbandonare una sana e democratica contrapposizione. Perchè mai dovrebbe andarmi bene la logica ipocrita del "volemose bene"?Non è per il mio bene, non è per il nostro bene, non è per il bene del Paese. Serve solo a creare un pensiero unico, un appiattimento, un impovermento, piuttosto: un regime.

Per quel poco che mi impongo di guardare, la sinistra che ho votato perchè è così lontana da me? Perchè non mi ascolta? E come posso farmi sentire. Evidentemente, il voto non basta e nemmeno fare scelte coerenti e concrete.

E allora, chiedo, come possiamo farci sentire?"


Dici bene Monica, un regime è il contrario esatto della dialettica democratica. Ma non c'è dialettica democratica se:
  1. non riesci a farti sentire
  2. se riesci a farti sentire, ti dicono che non è quello il modo di farti sentire
  3. se quelli che dovrebbero farsi sentire al posto tuo, cercano di farsi sentire il meno possibile per evitare pericolosi risentimenti
Di conseguenza, se viene a mancare una dialettica democratica, temo che la domanda "come possiamo farci sentire?" sia mal posta. La domanda giusta è, visto che non è possibile farsi sentire oppure è pericoloso riuscirci, cosa possiamo fare invece di cercare di farci sentire...
.
Ovviamente, al momento, non ho una risposta. Ma ce l'ho sulla lista delle cose da fare...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Marina Balestra

Se non hai paura di morire muori una volta sola

Si forse il problema non è o non è solo quello di farsi sentire, ma di far vedere.
Iniziando dal piccolo, far vedere se sei una donna che non hai paura di uscire la sera da sola e non ricorri alla scorta, se sei sul tram far vedere che non hai timore di sederti vicino allo zingaro sporco, puzzolente, ladro e rubabambini, quando sei nel tuo luogo di lavoro far vedere che difendi un'opinione diversa dal sentire comune, anche se costa un momentaneo isolamento.
Rispetto alle pratiche sociali porsi il problema di come fare a far vedere pratiche diverse come, ad esempio, quelle che si stanno diffondendo in un alcuni centri urbani dove gruppi di donne, che dopo essersi separate da umonini violenti hanno deciso di vivere insieme tra di loro e con i loro figli, gruppi di consumatori che boicottano determinati prodotti e organizzano spese collettive per comprarne altri più sicuri, assemblee di condomini che oltre ad affrontare i problemi materialei della manutenzione delle case si pongono il problema di come organizzare forme di solidarietà tra di loro.
Poco o nulla forse ma sentire di avere un po' di coraggio rinfranca, perchè come diceva Paolo Borsellino ucciso dalla mafia, se non hai paura di morire, muori una volta sola.

Anonimo ha detto...

Va bene, magari la domanda non è posta bene....magari è proprio una questione di FAR VEDERE: perchè io di cose ne faccio (e credo di non essere l'unica), a volte anche troppe: un lavoro che sicuramente non segue la corrente, faccio parte, con fatica e orgoglio, delle numerosissime "mamme in corriera", faccio parte di un gruppo di acquisto solidale, quando riesco faccio anche qualche ora di volontariato....ma, il punto è che, adesso, non mi pare "basti".
O, almeno, non mi basta.
Anch'io ho in agenda, tra le cose da fare, pensare ad un nuovo modo di...FAR VEDERE...
Forse le cose che si fanno andrebbero condivise di più, rese meno "private".
Magari è un pensiero ingenuo, ma è quello che mi aiuta in questo momento: aspetto (da me e da tutti voi) un'idea!
Monica

Anonimo ha detto...

Riflettevo su quanto scritto...ma voi conoscete qualche politico di quelli che una volta erano "di sezione"? Che non vanno in tivù ma poi lavorano nel loro ambito?
Io ne conosco uno e non ho mai pensato di coinvolgerlo prima d'ora.
Sto pensando a come fare. E' come se tra i "capi"/leader più o meno vincenti si sia perso un mondo.
Fabio

Anonimo ha detto...

Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.

E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
La risposta, mio amico sta soffiando nel vento,
la risposta sta soffiando nel vento

(Bob Dylan 1963)

allora soffiamo soffiamo forte ancor più di quanto pensiamo di essere capaci, e forse qualcuno raccoglierà i pezzi della nostra Libertà, per ridarci il gusto della Democrazia
Giovanna N