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lunedì 18 aprile 2011

Welfare per ricchi

di Igor Salomone

Ieri pomeriggio, tarda domenica d'aprile, di ritorno da un giro meneghino con la famiglia, scorgo affiancarsi alla mia anziana e distinta Picasso due trentenni tirati a lucido che inforcavano con lo stesso piglio occhiali firmati e Bmw enorme, nera, decapottabile e decapottata, interni in pelle, inserti in radica, altrettanto tirata a lucido. Che brutto spettacolo.
Immagino le loro preoccupazioni: la rigatura vandalica, il ciclista maledetto che ti sfrisa la fiancata, il furto mentre sei al bar, per non parlare dello smarrimento sempre in agguato delle lenti o il macchio bastardo del maglioncino griffato. Che tristezza, poveracci, che pena.
Altro che tagli al Welfare! Tremonti, cerca di capire che nei prossimi anni serviranno torme di assistenti sociali e comunità di recupero a gogò per aiutare questi ragazzi a uscire dal tunnel e tentare di restituirli a una vita più interessante.

venerdì 15 aprile 2011

Principi di democrazia 1: la democrazia si difende con la democrazia

So bene che in ognuno di noi, stanchi di berlusconismo, alberga il desiderio neppure troppo nascosto d'esser liberati dall'intervento di una qualche Autorità Superiore, purché buona, da questo orrendo Potere Cattivo che ci ammorba. Ogni desiderio, sinchè resta tale, è legittimo, dunque possiamo cazzeggiare sin che ci pare di Presidenti salvifici, Alleanze internazionali benevole o, perchè no? di Alieni ultraevoluti che si decidano a liberarci dal Male, purchè tutte queste fantasie non si trasformino in Volontà. Confondere desideri e volontà è un infantilismo sul piano personale e la via maestra per la degenerazione del potere sul piano politico. Dunque, desideriamo quel cavolo che ci pare, parliamone e scherziamoci sopra liberamente, difendiamo questo diritto inalienabile da tutti i parrucconi e i lacchè pronti a difendere la libertà di opinione solo se espressa educatamente, ma diciamo a gran voce che è uno scherzo.

Se dobbiamo fare sul serio, e se non ora quando, allora dobbiamo affermare con voce netta il principio numero uno di ogni democrazia: la democrazia si difende con la democrazia. Questo è un vincolo e non si può in nessun caso violare, pena il rischio di perdere proprio ciò che stiamo difendendo. Ne ero convinto durante gli "anni di piombo", ho manifestato sulla base di questo stesso principio contro la guerra in Irak, e ne sono convinto tutt'ora.

Ma...

La democrazia si difende con il voto. Certamente. Con ogni tipo di voto, però. Compreso quello nelle assemblee di condominio. Perchè ogni voto, per definizione, è politico, nel senso che con il nostro voto, in ogni sede, esprimiamo una posizione attorno a qualcosa che ha a che fare con delle scelte che riguardano tutti quelli che hanno diritto di votare e anche quelli che non ne hanno. Con il voto, ogni tipo di voto, ci assumiamo una responsabilità sulle scelte che riguardano le cose comuni.

Quindi difendere la democrazia con il voto significa assegnare valore a ogni tipo di consultazione pubblica che non sia un sondaggio. Da questo punto di vista chi non ha voluto l'election day per amministrative e referendum non ha semplicemente sprecato soldi, come si va dicendo: ha compiuto una scelta antidemocratica.

E...

La democrazia non è solo elezioni. E' prima di tutto libertà di espressione dei singoli individui. Dunque difendere la democrazia vuol dire manifestare pubblicamente in ogni luogo e chiunque sia il soggetto che indice le manifestazioni. Nei limiti della legalità, non esistono manifestazioni buone e manifestazioni cattive. Io ho il pieno diritto di mettermi un cartello al collo e girare per la città sin quando mi pare. In milioni o in quattro gatti, la manifestazione pubblica è diritto inalienabile. Chi va dicendo che "la piazza" è sbagliata formula un giudizio profondamente autoritario e antidemocratico.

E...

Se il diritto di esprimere pubblicamente la propria opinione è un diritto inalienabile, vuol dire anche che una democrazia deve garantirlo nel modo più ampio possibile. Dunque una democrazia, per difendersi, deve fornire più mezzi a chi ne ha di meno per esprimere le proprie opinioni. Chiunque difenda il diritto di dire la propria indipendentemente dai mezzi che si hanno per farlo, permette a chi ha più mezzi di mettere a tacere chi ne ha di meno, compiendo un atto profondamente antidemocratico.

E...

Democrazia non è solo fare i conti per vedere chi ha la maggioranza. Democrazia è soprattutto rispetto delle minoranze. Chiunque insista nel sostenere che una volta accordata la maggioranza a qualcuno, questo qualcuno ha diritto di governare senza essere disturbato da chi, pur in minoranza, esprime la propria opposizione, è fuori da ogni principio democratico. E le minoranze (elettorali) hanno il dovere di difendersi dalle maggioranze (elettorali). Non il semplice "diritto": il dovere. Perchè una minoranza, difendendo se stessa, difende la democrazia.

E...

Il diritto di esprimere le proprie opinioni non significa soltanto cliccare il pulsante "mi piace" attorno a ogni possibile questione. La democrazia, per difendersi, ha bisogno anche di un pulsante "non ci sto". Si chiama "disobbedienza civile" e chiunque sostenga che una volta approvato qualcosa, tutti vi si devono assoggettare senza eccezione alcuna, prepara la strada al totalitarismo.

Il sistema di potere di Berlusconi:

a) è contro ogni manifestazione di piazza che non siano le adunate oceaniche per Berlusconi
b) boicotta i referendum che potrebbero mettere in discussione le sue scelte
c) domina ogni spazio di espressione delle opinioni invadendole con le opinioni di Berlusconi e della sua cricca
d) dialoga con la minoranza solo se è d'accordo con quello che dice la sua maggioranza,
e) demonizza ogni forma di disobbedienza civile, che per definizione è pubblica, rafforzando e sostenendo ogni forma di trasgressione privata e anonima.

Dunque il sistema di potere di Berlusconi è profondamente antidemocratico e come tale dobbiamo combatterlo.

Con la democrazia, naturalmente. Ma con TUTTA la democrazia.

Igor Salomone




lunedì 5 aprile 2010

La privatezza del "Territorio"

La lettura di Žižek (Dalla tragedia alla farsa. Ponte alle Grazie) mi aiuta a chiarire il ragionamento sul "territorio".
Ciò che chiamiamo "territorio" è sì uno spazio sociale, ma è comunque privato. La parola territorio, infatti, chiede il complemento di specificazione: un territorio è sempre "di". Per assumere un territorio in uno spazio pubblico occorre sottolinearne non i rapporti al suo interno, ma con il mondo che sta fuori. E la responsabilità che, nei confronti del mondo, ogni territorio ha.
Per questo motivo la cultura leghista, per quanto possa essere sociale, è e resterà sempre una cultura di protezione degli spazi privati anche se ne allargasse i confini dal paesino all'intera Pianura Padana.
Ed è per questo che è assolutamente organica a Berlusconi: in ogni caso si tratta di difendere lo spazio privato privilegiandolo nei confronti di ogni dimensione comune che lo trascenda. Berlusconi difende quello individuale, la Lega quello familistico e locale. Come del resto fanno le mafie.