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domenica 21 marzo 2010

Quando manifestare è un abuso di potere


“Manifestare” significa rendere visibile qualcosa. Le “Manifestazioni di piazza” lo fanno in uno spazio pubblico, ovvero di tutti. Infatti, occorre chiedere dei permessi. Le manifestazioni di piazza, poi, o sono celebrative o sono “contro”. Nel primo caso rendono manifesto un sentire collettivo attorno a una ricorrenza, a un’Istituzione o altro, nel secondo rendono manifesto un dissenso. Nessuno dei due casi attiene alla manifestazione del Pdl di sabato 20 febbraio a Roma, in piazza San Giovanni.


Dunque il balletto dei numeri è del tutto fuori luogo. Chissenefrega se erano milioni o migliaia? comunque fosse, tanti o pochi, erano abusivi. E mi spiace che Eugenio Scalfari abbia titolato il suo editoriale odierno: “Bella piazza”. Bella piazza un cazzo.


In piazza ci vanno i cittadini quando non trovano altro modo di esprimere il loro disagio, il loro disaccordo, la loro presa di distanza nei confronti del potere.


In piazza ci vanno le categorie sociali per rendere visibile a tutti i problemi ai quali chi detiene il potere dovrebbe trovare una soluzione ma non si decide o non vuole farlo.


In piazza, al massimo, ci vanno le forze politiche d’opposizione quando non riescono ad assolvere al proprio compito nelle sedi istituzionali e provano a riprendere un contatto diretto con i propri elettori.


In piazza non ci va il Governo in carica.


Chi governa ha ovviamente pieno diritto di “manifestare” il proprio operato. E può, anzi deve, farlo attraverso i propri atti. Può anche scegliere strategie di comunicazione adeguate per farli conoscere meglio e più capillarmente. Può infine rilasciare interviste, scrivere documenti, organizzare convegni e seminari per difendersi dagli attacchi politici che l’opposizione, le categorie sociali e I cittadini esprimono. Ma NON può manifestare in piazza. Non in una democrazia, per lo meno. Nemmeno in quel poco di democrazia che stentatamente sopravvive nel nostro Paese. Se lo fa è abuso di potere. Perchè è chi il potere non ce l’ha che legittimamente necessita di far sentire la propria voce. Chi invece il potere ce l’ha già e pretende di far sentire la propria voce nello spazio pubblico della piazza, lo fa con l’intento di chiedere una conferma per acclamazione. E’ accaduto molte volte nella storia, del resto e il potere che è sceso in piazza per affermare se stesso si chiamava a seconda dei casi e dei luoghi Fascismo, Nazismo, Stalinismo, Peronismo.


Piantiamola dunque con i numeri. Piantiamola anche per favore con il minuetto delle “belle piazze” perchè se c’è gente in piazza va sempre bene (do you remember Norimberga?). E piantiamola anche con la stanca diatriba attorno alla qualifica di regime o meno che andrebbe attribuito al sistema di potere messo in piedi da Berlusconi & C. Un sistema di potere che governa e porta in piazza milioni di suoi sostenitori, anzi che dice di portare milioni di suoi sostenitori in piazza che è molto peggio, se non è un regime, sta facendo di tutto per diventarlo. Prendiamone una volta per tutte atto.

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