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lunedì 15 marzo 2010

Berlusconite pandemica: attesa una moria generalizzata di elettori


Secondo il Presidente Silvio Berlusconi, la democrazia funziona più o meno così: il Popolo elegge un Capo, dopodichè il Capo eletto dal Popolo governa senza che il Popolo rompa le scatole. Virgola più, virgola meno. Se lo fa, rischia di essere accusato di lesa Maestà. Sin qui sono cose risapute e fatti accertati.


Ma non considero Silvio Berlusconi così sprovveduto da credere sul serio che questa sia la Democrazia. Sa però che per una larga porzione di quello che lui chiama “popolo”, la meno avveduta, la più debole, la meno acculturata, la più condizionata dalla cultura televisiva, questo modo di vedere la Democrazia è il più semplice e il più comprensibile. E lui se ne è fatto il paladino, accogliendo quel modo semplice e ingenuo di pensare e utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione per propagarlo. Come un’infezione.


Ora, a meno di due settimane dalle elezioni, sento sempre più frequentemente dire che non vale la pena andare a votare. Non cambia nulla. Son tutti uguali. Non c’è alternativa perchè non esiste un leader uguale e contrario a Berlusconi. Potrei andare avanti a lungo. Sono argomenti diffusi, alcuni nuovi altri vecchi come il cucco, ma sempre buoni per l’occasione. Tutti, in ogni caso, evidentemente sintomi della Berlusconite pandemica.


Non è questione di “fare il gioco dell’avversario”. Sono idiozie antiche sulle quali ogni tipo di sinistra si è lacerata dalla Prima Internazionale in poi. Dunque piantiamola, non è che non andare a votare faccia il gioco di Berlusconi, chissenefrega alla fine, ognuno faccia poi il gioco di chi vuole e non è affatto semplice capire sul serio per chi si stia giocando. Il punto è rendersi conto delle laceranti contraddizioni che la Berlusconite pandemica produce per l’intelligenza di ognuno, provocando stati febbrili persistenti, nausea, vomito, perdita dell’orientamento, in casi non rari paralisi cognitiva che può essere seguita rapidamente da morte civile.


Sostenere il non voto perchè tanto non serve, è esattamente il cuore dell’ethos collettivo prodotto dal contagio berlusconiano. Se si è infetti da tempo da quel virus, al punto da essere ormai diventati ospiti del medesimo senza possibilità di guarigione, il comportamento di non voto è comprensibile, ma chi si ritiene ancora in qualche modo sano e non contagiato, ha il dovere di guardare con attenzione a ogni sintomo che potrebbe manifestarsi nel proprio comportamento.


L’impulso a non votare convinti che il voto non serva a nulla, insomma, è il primo sintomo della Berlusconite pandemica che si aggira dentro di noi. Occorre attivare con energia le proprie difese immunitarie con robuste iniezioni di intelligenza. Non serve a nulla convincersi del contrario: che il voto serva a qualcosa. Non si deve andare a votare perchè il voto serve a qualcosa, ma per affermare la propria immunità acquisita. Lo slogan è: io voto per la Democrazia perchè sono sano.

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